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Ginko, chi sei?
Conversazione avvenuta tra
Settembre e Ottobre 2001


Messaggio di: D. L. Morescalchi

Mi stavo chiedendo se anche Ginko era  un orfano o che? Non credo di aver mai letto niente riguardo al suo passato. Chiaro che il fumetto si intitola Diabolik e non Ginko però ero curiosa.


Messaggio di: Elena

Ginko e' un uomo misterioso: non conosciamo niente di lui, dal suo nome completo ai suoi genitori... Sappiamo che gli piace (o piaceva, dai primi Diabolik) andare a pesca, e  qualche volta e' venuto fuori che da ragazzo aveva una moto mezza scassata. Mi piacerebbe sapere se - come capita nei serial televisivi - gli autori abbiano una sorta di "bibbia" che descriva il passato dei personaggi. Signor Gomboli...?

Per conto mio, nelle lunghe pause fra un inedito e l'altro ho inventato una "bibbia" per ogni personaggio del quale non abbiamo molte notizie (quindi, escluso Diabolik).

Per Ginko, ho sempre pensato che non fosse originario di Clerville, ma nipote di immigrati: sia perche' apparentemente non ha parenti a Clerville, sia perche' mi e' sempre sembrato avere una etica e una morale differente riguardo a quella delle persone - tutte le persone - che lo circondano. Ho immaginato che fosse figlio unico (e un po' viziato), nato in un piccolo paese vicino al mare (gli piace la pesca e fare il sub), che suo padre avesse messo su un negozio o un ristorante che lui ha venduto alla morte dei genitori per comprare l'appartamento di Clerville. Ho immaginato di vederlo tornare al suo paese dopo molti anni, richiamato da un colpo fatto apparentemente da Diabolik, e di vederlo incontrare di nuovo i vecchi amici d'infanzia che aveva perso di vista. Amici che naturalmente in questo tempo sono cambiati... E non in bene.

Questo per conto mio... Voi ci avete mai pensato un po' su? Se si, cosa avete immaginato?


Messaggio di: D. L. Morescalchi

Si ho uno dei fumetti dove pescava. Ma io mi imaginavo più che avesse genitori o fratelli criminali o abusivi. E che lui avesse scelto la "strada del giusto" diciamo. E' un personaggio interessante perchè sembra che molto rigido nella sua opinione di quello che è giusto. Se avesse un passato controverso mi sembrerebbe interssante.


Messaggio di: Elena

E' difficile che una persona con un passato controverso arrivi agli alti gradi della polizia: ancora prima di assumere qualcuno controllano TUTTO, non solo dell'aspirante poliziotto ma anche dei suoi parenti (questo per evitare che riesca ad infiltrarsi un membro di famiglia mafiosa). Inoltre, un passato controverso e' sinonimo di possibilita' di ricatto: e Ginko, pur essendo stato oggetto di indagini approfondite, non e' mai stato ricattato ne' da Diabolik ne' da altri. Al massimo, gli si puo' attribuire un legittimo passato extraparlamentare quando era all'Universita', come Montalbano di Camilleri o come il commissario di "Tre colonne in cronaca" di Augias, ma qui ci troveremmo su un terreno franoso: un passo di troppo e il personaggio cade.


Messaggio di: Seloua

Ginko non solletica particolarmente la mia fantasia, non so perche'...
Cmq direi che sono d'accordo con te sul piccolo paese vicino al mare e sul fatto che sia figlio unico...non viziato,pero'.
Ginko mi fa venire in mente uno che ha dovuto iniziare a lavorare molto presto, per mantenersi gli studi e per andarsene dal paese...
I suoi genitori proprio non riesco a immaginarli. Che razza di famiglia puo' aver avuto una persona tanto onesta da sacrificare la sua vita per combattere il crimine?
Conosco un ragazzo onesto fino all'assurdo, ed e' figlio di un uomo molto violento. Ecco, forse a Ginko darei un'infanzia infelice:spesso la voglia di essere diverso da qualcuno che disprezzi (come potrebbe essere nel suo caso un padre o un patrigno dedito alla bottiglia, o cmq bastardo dentro) ti da' la forza di attenerti a modelli morali che altrimenti non seguiresti con tanta tenacia. Questa idea mi e' venuta perche'le poche volte che Ginko ha detto qualcosa di se' (tipo che da ragazzo aveva un rottame di moto,o che ama pescare) e' sempre rimasto su oggetti, mai sulle persone, e questo potrebbe voler dire che i suoi ricordi migliori non sono legati alla famiglia o agli amici. Uno che ha una forte dirittura morale fin da giovane di solito non ha molti amici (e qui parlo per esperienza!), inoltre escluderei fratelli e parenti ancora in vita a priori, perche' sarebbe un po' strano venirsene fuori dopo 700 numeri con una bella riunione di famiglia... famigliari che in tanti anni non ha mai neppure nominato. Di Altea sappiamo che ha cugini e zii ovunque perche' ogni tanto dk ne fa fuori uno,o perche' lei ne parla, no?

Elena, non trovi buffo come a volte io, te e altri qui dentro ci facciamo mille congetture (bibbie e film) su frasi che magari sono state messe li' per caso? Per esempio se Ginko dice"se penso a quel rottame che avevo da ragazzo" o "amo pescare" ci viene in mente che possa essere nato vicino al mare, che abbia avuto un infanzia infelice/felice e cosi' via delirando, e magari quelle frasi sono state messe li' per puro caso o per riempire una vignetta... sono sicura che allo sceneggiatore il problema del passato di Ginko non era neppure venuto in mente, al momento di scrivere quelle frasi.
Comunque e' un buon sistema per rilassarsi prima di dormire, alla sera. Molto meglio farsi i film in testa, che guardare la tv!


Messaggio di: Elena

> Cmq direi che sono d'accordo con te (cut) non viziato,pero'.

Il "forse un po' viziato" e' riferito ad una vignetta del primo "Grande Diabolik", nella quale si vede Ginko togliersi la cravatta che ritiene macchiata dal sangue di DK, e gettarla via da un canto: un gesto che mi ha fatto ritenere che sia stato abituato ad avere sempre accanto qualcuno che gli raccoglie le cose da lavare. ^_^

> Ginko mi fa venire in mente uno che ha dovuto iniziare a lavorare molto presto...

Mmm... Non credo. Se avesse dovuto lavorare, difficilmente avrebbe avuto il tempo ed il denaro per dedicarsi alla pesca e ad imparare a fare il sub: le bollette costano...

> Che razza di famiglia puo' aver avuto una persona tanto onesta...

Una famiglia profondamente onesta, probabilmente.

> Ecco, forse a Ginko darei un'infanzia infelice...

Ti rispondo con una esperienza personale. Fra i moltissimi concorsi che ho fatto per trovare un lavoro, c'e' stato anche quello in polizia: ho passato l'esame scritto e sono stata bocciata alla visita medica (ebbene, si: sono stata riformata! ^_^). Ho potuto vedere di persona quanta cura ci sia nello studiare sia il fisico che la psiche dei candidati. E' poco probabile che una persona con crepe profonde nella sua psiche dovute ad una infanzia cosi' tanto infelice riesca a passare i test. E per di piu' Ginko non ha mai mostrato delle fragilita' emotive. Certo, al principio e' piuttosto solitario, e non riesce a gestire la storia con Esmeralda Radie'. Forse e' solo perche' per lui Esmeralda non e' importante: le cose cambiano quando entra in scena Altea. Invece non ha problemi nell'instaurare un rapporto amichevole/cameratesco con Gustavo Garian.

> Questa idea mi e' venuta perche' le poche volte che Ginko ha detto qualcosa di se'...

Eppure mi sembra di ricordare una citazione indiretta a "parenti e amici", in uno dei primi albi... Mi sbaglio?

> Elena, non trovi buffo come a volte io, te e altri qui dentro ci  facciamo mille congetture...

Mi consolo pensando che non siamo gli unici in questo campo. Hai mai letto o sentito parlare de "Gli irregolari di Baker Street"? Ne faceva parte anche Isaak Asimov.

> Che cosa intendi per "legittimo passato extraparlamentare "? Non sono una fan di "Mottabbano", sorry.

A me Montalbano piace moltissimo, ma questo non rileva. Per "legittimo passato extraparlamentare" intendevo che ai tempi dell'universita' o comunque prima di entrare in polizia potrebbe essersi interessato al sociale, partecipando a cortei, sit-in, manifestazioni... Tutto nell'ambito del piu' rigoroso rispetto della legge. Ma questo non e' supportato da nessun elemento cartaceo e potrebbe comportare difficolta' per il personaggio. Anzi: ci troveremmo a dover spiegare come mai, in tutti gli albi nei quali lo si vede venire attaccato dai giornali, nessuno abbia tirato fuori storie che trovassero lui, o persone a lui vicine, in posizione controversa o poco chiara.


Messaggio di: Mario Gomboli

Una sola semianteprima: nello speciale Ginko in gestazione ho fatto riferimento al n°1, in cui l'ispettore ringrazia il comm. Polè perchè "suo padre" gli è stato maestro.
Eh eh.


Messaggio di: Elena

Questo e' il genere di spoiler che mette in agitazione i pochi neuroni  che mi rimangono. ^_^
Suo padre gli e' stato maestro... Mi stanno passando per la testa un  bel po' di possibilita', anche del tipo "drammatico" cui allude Daniela Morescalchi. Un maestro significa una sostituzione della figura paterna. E una figura paterna la si sostituisce perche' mancante o inadeguata. Eviterei la soluzione proposta da Seloua, di una reazione ad un padre/patrigno beone o violento: Ginko non ha mai ecceduto nella violenza neppure nei confronti dei peggiori criminali, e questo vuol dire che non e' stato per nulla assuefatto al suo uso. Piuttosto mi chiedo se alla base della carica morale di Ginko non ci sia invece l'idealizzazione di una figura paterna mancante. Potrebbe essere rimasto orfano molto giovane, ma spero che non ci sia di mezzo un trauma infantile modello Batman (omicidio dei genitori): saprebbe di "troppo visto", ed il nostro ispettore parrebbe motivato da un desiderio represso di vendetta, non dal forte senso morale che ci piace cosi' tanto in lui. Mmm...


Messaggio di: Rob

Devo dire che prima delle lettere di Elena e Seloua non mi ero mai soffermato a riflettere su cosa può aver forgiato il carattere di Ginko, la sua tempra morale spesso eccessivamente rigida.

Per me Ginko è a sua volta figlio di un poliziotto di provincia, ma non di grado elevato, direi un semplice agente o al massimo un sergente, che gli ha inculcato alti ideali di giustizia.
Quando era adolescente suo padre è morto (forse suicida, o assassinato in modo misterioso) dopo essere stato radiato dal corpo per corruzione. Ginko, che non ha mai creduto alla colpevolezza del padre, è quindi cresciuto col desiderio di diventare a sua volta poliziotto e riscattare la memoria del padre. Il suo carattere rigido e l'onesta intransigente nascono quindi per reazione, per cancellare l'etichetta, che gli viene attaccata, di essere il figlio di un delinquente, di un poliziotto che ha macchiato l'onore della divisa che portava.
Appena iscritto all'accademia Ginko è solo contro tutti perché il passato di suo padre lo rende una persona scomoda per la polizia, ma presto la sua intelligenza e la determinazione lo mettono in risalto e viene avvicinato da una persona di alto grado all'interno della polizia che lo prende sotto la sua ala e gli fa da mentore: il padre di Polé, a cui accennava Mario.
Naturalmente, uno dei primi successi del giovane Ginko sarà proprio quello di dimostrare l'innocenza di suo padre, risolvendo il caso, ancora avvolto nel mistero, che aveva condotto alla sua morte.

Cosa ve ne sembra?
Funziona?


Messaggio di: Marina

L'idea mi piace molto, ma io avrei in mente un padre poliziotto ucciso in servizio da qualcuno che poi, ha inscenato un incidente di rotta per accusarlo di qualche reato di corruzione commesso da lui, il cattivone, fara poi il "falso" amico di Ginko aiutandolo a fare carriera per deviare i sospetti, ma sarà lo stesso giovane ispettore a smascherarlo e a "ripulire" la memoria infangata del padre, può andar bene così????


Messaggio di: Pietro Bompanati

Torno al passato di ginko dopo l'ottimo spunto del Rob "seven".
Credo anch'io che Ginko abbia avuto un Padre poliziotto, del resto l'ha detto Mario Gomboli, commissario di un piccolo paese e estrema periferia, caduto in azione ma, con il sospetto mai provato di essere complice di una banda. Oppure i genitori rimangono uccisi in un attentato e il padre sospettato complice (mai provato) della stessa banda che poi lo elimina.
Raggiunta l'età,si arruola nella polizia e qui si distingue per l'onestà e l'intergerrimità da sempre dimostrata,tanto che la sua carriera è sfolgorante. La cattura degli assassini dei genitori è di pochi casi indietro alla caccia a Diabolik. Mi piace pensare che gli amici del padre (che hanno sempre creduto nella sua innocenza) lo abbiano aiutato per entrare in accademia ed anche finanziaramente (essendo orfano).
Lo sò che l'incipit è lo stesso di Batman,ma ci vogliono forti emozioni per fare un certo tipo di scelte.
Per entrare nella polizia  bisogna essere  delle persone oneste fino alla terza generazione, quindi il padre (o fratello) non può essere un delinquente, una persona scomoda sì, ma deve essere solo un sospetto e niente più.


Messaggio di: Mario (SWIISSSer8)

ciao Rob,
scusami per la critica, ma la tua storia mi ricorda un po' troppo Nick Raider (non sono andato a controllare, vado a memoria).


Messaggio di: Rob

> scusami per la critica, ma la tua storia mi ricorda un po' troppo Nick Raider


Può darsi.
A dire il vero non ricordo più il passato di Nick Raider, nonostante mi fosse piaciuto abbastanza quando è uscito.
Appena ho un po' di tempo vado a vedere.


Messaggio di: Rob

>Credo anch'io che Ginko abbia avuto un Padre poliziotto,del resto l'ha detto Mario Gomboli...

Non mi sembra che Mario abbia mai detto niente di simile, mi ricordo invece che aveva accennato al fatto che c'era un rapporto fra Ginko e il padre di Polè (il poliziotto di campagna che appare nel numero 1).

>lo sò che l'incipit è lo stesso di Batman,ma ci vogliono forti emozioni per fare un certo tipo di scelte.

Infatti il carattere di Ginko mi fa pensare ad un passato poco felice, e poi il dramma è "il pane" di una serie a fumetti. Comunque una versione batmaniana spinge più verso la vendetta e Ginko non ha un carattere da giustiziere, quindi punterei maggiormente sul bisogno di riscatto, di riabilitare la memoria del padre.

>per entrare nella polizia  bisogna essere  delle persone oneste fino alla terza generazione,quindi il padre(o fratello)non può essere un delinquente,una persona scomoda si,ma deve essere solo un sospetto e niente più.

E' vero. Ho messo giù la prima cosa che mi è venuta in mente, ma non era plausibile. Meglio effettivamente il sospetto mai provato.


Messaggio di: Elena

> Devo dire che prima delle lettere di Elena e Seloua non mi ero mai soffermato a riflettere su cosa può aver...

In effetti, ne abbiamo (almeno io, non so Seloua) parlato apposta per destare una discussione :o)

> Per me Ginko è a sua volta figlio di un poliziotto di provincia, ma non di grado elevato...
<cut>
> Funziona?

Scusa la polemica, ma a mio parere, no: non funziona. In primo luogo, perche' non corrisponde al carattere di Ginko. L'ispettore non ha mai sparato a un delinquente senza intimargli l'alt; non ha mai picchiato un delinquente dopo averlo arrestato, ed anzi ha avuto sempre la mano leggera perfino con il suo peggiore nemico. In una parola, non si e' mai comportato come una persona oppressa dal rancore, o - peggio - dal desiderio di vendetta, ne' nei confronti dei delinquenti, ne' nei confronti degli stessi colleghi. In lui agisce un senso profondo di giustizia  che non e' umiliato da nessun istinto di rivalsa, neppure dal punto di vista sociale.

In secondo luogo, la cosa non regge perche' l'ispettore gode del rispetto di tutti i suoi agenti (cito dalle ultime vignette di "Diabolik chi sei?": un agente dice di essere contento che Diabolik si sia salvato, per una volta, visto che in questo modo anche l'ispettore si e' salvato) e dei colleghi, cosa che non avverrebbe se qualcuno avesse messo in giro dicerie - anche indimostrate o smentite - sul suo conto o su quello di suoi parenti stretti. Posso testimoniare che nei tribunali che frequento il "taglia e cuci" e' uno sport diffusissimo: se qualcuno avesse saputo qualcosa di appetitoso sui parenti di Ginko fino alla settima generazione, state tranquilli che lo avrebbero saputo TUTTI, giornalisti compresi, appena l'ispettore avesse iniziato la sua carriera. Ed e' sufficiente una chiacchiera per demolire l'immagine che hanno di un uomo le persone che lo conoscono appena, come dei subordinati, per esempio.

Terzo punto: Ginko e' stato fatto oggetto di varie campagne di stampa ostili, in vari albi. Occorrerebbe spiegare come mai i giornalisti che lo prendevano di mira non abbiano mai tirato fuori storie che coinvolgevano anche in maniera del tutto innocente o marginale i genitori di Ginko. Per fare un esempio, del padre di JFK conosciamo tutti i suoi rapporti con la mafia, anche se nessuno ha mai potuto dimostrarli e l'uomo e' morto nel suo letto (caso strano nella famiglia Kennedy): come mai il padre di Ginko sarebbe stato risparmiato dalla stampa?

Quarto punto: non ci si iscrive all'Accademia di polizia come ad un club di nuoto. La visita medica e' accuratissima sia dal punto di vista fisico che psicologico: una persona che ha o ha avuto guai in famiglia e' per cio' stesso eliminata dalla lista dei papabili.

Quinto punto: a mio parere, e' troppo simile a cose gia' viste... Non posso citare tutte le volte in cui il passato di un poliziotto o di un investigatore era ferito da una ingiustizia simile a quella che tu hai citato. Parecchio tempo fa, smisi di leggere Batman - e non ho mai piu' ripreso - dopo aver letto la ristampa di una storia in cui c'erano vari studenti dell'Accademia di Polizia cui Batman insegnava tecniche di investigazione: uno aveva un genitore dal passato criminale, un altro era motivato dall'avere avuto un padre poliziotto ucciso nell'adempimento del dovere...  [chennoiapuntoesclamativo!] Una persona con un parente morto ammazzato puo' diventare un giornalista (vedi Nando Dalla Chiesa), un presentatore televisivo (la sorella Rita), un politico (Carol Beebe Tarantelli) o un parrucchiere: perche' nei fumetti diventa regolarmente un poliziotto o un investigatore? E poi: scusate, ma non comprendo perche' una persona per fare il pula dovrebbe avere una motivazione ideale differente da quella che muove ognuno di noi a fare il cameriere l'insegnante o l'architetto.

E poi, se proprio si vuole dare un trauma al nostro ispettore, perche' dovrebbe essere necessariamente derivato da un parente? Non potrebbe essere il tragico destino di un vicino di casa, di un maestro di scuola, del padre della sua fidanzatina delle medie ad aver inciso drammaticamente nella vita di Ginko? Non potrebbe essere stato invece l'esempio idealizzato del padre di Pole' (o di un altro commissario), contrapposta ad una figura paterna evanescente o comunque meno incisiva, ad aver dato al nostro ispettore quella carica morale che gli e' propria?


Messaggio di: Anna Margotti

:-DD Brava Elena picchia duro!
Roberto non merita nessuna pietà! :-PPP ;-)
All'anima come è efficace questa ragazza! :-)


Messaggio di: Rob

> L'ispettore non ha mai sparato a un delinquente senza intimargli l'alt; non ha mai picchiato un delinquente dopo averlo arrestato...

In effetti a me non piacevano le teorie in Bat-Man style (proposte se non ricordo male sia da Seloua che da Pietro) proprio perché Ginko non ha un carattere vendicativo, ma la mia era (almeno nei pensieri) leggermente diversa. Però mi è sempre sembrato un personaggio molto solitario, rispettato dai colleghi ma senza avere nessuna amicizia (neppure di tipo superficiale) tra di loro, e il suo rigore morale a volte mi pare eccessivo. E questo mi fa pensare ad un passato difficile. Una sentimento di vergogna provato da adolescente verso suo padre e il timore di non essere accettato potrebbero averlo spinto verso un volontario isolamento, interrotto solo da sporadiche amicizie (Gustavo e pochi altri). Il voler dimostrare di essere una persona onesta (e quindi che suo padre lo ha cresciuto con forti valori morali) potrebbero essere alla radice del suo codice morale.

> Occorrerebbe spiegare come mai i giornalisti che lo prendevano di mira non abbiano mai tirato fuori storie che coinvolgevano...

Probabilmente hai ragione, ma non è detto che debba essere per forza così.
Se l'innocenza del padre di Ginko fosse stata provata in maniera ampiamente convincente, forse le cose non andrebbero come dici tu. Penso per esempio al caso Tortora, dopo la sua riabilitazione non ho mai sentito nessun giornalista avanzare il minimo dubbio sulla sua innocenza. Di lui si parla sempre e comunque come di una persona accusata ingiustamente.

> non ci si iscrive all'Accademia di polizia come ad un club di nuoto.

Verissimo. Circa trenta secondi dopo aver inviato quella lettera mi sono reso dell'incongruenza. In effetti ho ideato la vicenda abbastanza velocemente, senza ragionarci eccessivamente sopra, solo per stimolare una discussione il lista. E direi che il risultato è stato ampiamente raggiunto :-)
Ginko è sicuramente una persona equilibrata, ma il desiderio di riscattare la memoria del padre, mi sembrerebbe legittimo e non legato necessariamente ad un atteggiamento rancoroso di vendetta. Comunque dei test psicologici della polizia mi fido ben poco (se sono come quelli dell'esercito, te li raccomando...).

> a mio parere, e' troppo simile a cose gia' viste...

Mai pensato che fosse particolarmente originale. Comunque nella mia versione non era necessario che il padre fosse stato ucciso, era solo una delle possibilità. Mi interessava principalmente la faccenda della falsa accusa, che però aveva ragione Mario Russo a dire che è molto simile al passato di Nick Raider (ho controllato).

> E poi: scusate, ma non comprendo perche' una persona per fare il pula
> dovrebbe avere una motivazione ideale differente...

Infatti il mio ragionamento era legato al carattere di Ginko e non al fatto che fosse un poliziotto. E poi, molto semplicemente, un passato sereno e tranquillo è meno interessante di uno travagliato.

>  Non potrebbe essere il tragico destino di un vicino di casa, di un maestro di scuola, del padre della sua fidanzatina delle medie...

Perché no. Tutto può essere.


Messaggio di: Elena

> Però mi è sempre sembrato un personaggio molto solitario, rispettato dai colleghi ma senza avere nessuna amicizia...

Potrei risponderti che non e' necessario avere un passato difficile per essere dei solitari, ma ammetto che per un personaggio di invenzione e' piu' interessante.
Il problema vero, semmai, sarebbe spiegare come mai un episodio finito sui giornali o anche solo un sospetto che avesse costretto il padre (o la madre, perche' fermarsi alla figura maschile? Che io sappia i bambini hanno due genitori e non uno!) a dimettersi, sia stato portato alla luce unicamente dopo seicento e passa episodi. I giornalisti avversi a Ginko figlio ci avrebbero inzuppato il pane per settimane, insinuando che il genitore uscito fuori dall'inchiesta non fosse poi cosi' pulito come Ginko figlio ha provato. Anche in presenza di prove a discarico, se si ha interesse a mettere in cattiva luce qualcuno il mezzo si trova... E Ginko ha pestato i piedi a tanta gente, in questi seicento e passa episodi.
^________^

>  Penso per esempio al caso Tortora, dopo la sua riabilitazione non ho mai sentito nessun giornalista avanzare il minimo dubbio sulla sua innocenza.

Posso risponderti che, per un Tortora  accusato da pentiti fasulli e liberato dal sospetto, c'e' sempre un ex ballerino anarchico (Pietro Valpreda) che continua a doversi difendere pur essendo stato prosciolto piu' volte dall'accusa di aver messo la bomba alla banca dell'agricoltura di Piazza Fontana (per inciso, stando ad una intervista che ho letto, e' un fan di Diabolik).

> In effetti ho ideato la vicenda abbastanza velocemente, senza ragionarci eccessivamente sopra, solo per stimolare una discussione il lista. E direi che il risultato è stato ampiamente raggiunto :-)

:o))

> Comunque dei test psicologici della polizia mi fido ben poco (se sono come quelli dell'esercito, te li raccomando...).

I test per la leva e per la polizia non sono assimilabili perche' non partono dagli stessi presupposti. Se ci ragioni con un pizzico di cinismo, lo comprendi. ^_^
Il concorso per entrare all'istituto superiore di polizia (quello che laurea i dirigenti) e' estremamente duro. So che in almeno una occasione fu annullato perche' al termine della selezione erano rimasti tre candidati su dieci posti.

> E poi, molto semplicemente, un passato sereno e tranquillo è meno interessante di uno travagliato.

Su quest'ultima cosa posso essere d'accordo. Pero' cerchiamo di spremerci il cervello e di trovare qualcosa di meno banale: Ginko non e' un personaggio comune, anche se gli investigatori abbondano nella letteratura e nei fumetti. C'e' un istinto di cacciatore, al fondo... Ci sono dei momenti in cui gli vengono fatti brillare gli occhi, di fronte all'apparato di difesa o a trappole bene architettate; momenti che fanno capire come lui sia l'esatto contraltare di Diabolik. Se quest'ultimo non mira semplicemente ai soldi ma al piacere della lotta, alla esatta preparazione di un colpo e delle sensazioni che gli dona il portarlo a termine alla perfezione, Ginko sembra affascinato dalle stesse cose in senso contrario. A volte ho avuto la sensazione che sia stato proprio il contrasto con Diabolik ad aver fatto irrigidire la sua morale; come se in realta' lui ammirasse la perfezione tecnica dei colpi del suo Nemico, ma che avesse bisogno di ripetersi in continuazione che e' male, che e' un crimine, che tutto questo e' atroce, e' sbagliato... Per impedirsi di ammirarlo. Penso che se Seloua e Daniela Morescalchi hanno proposto di vedere una famiglia dall'altra parte della legge, il motivo sia questo. Pero' questo non spiegherebbe la qualita' della sua morale, cosi' evidentemente diversa e separata da quella degli altri.
Ho ripensato a delle letture fatte, cercando qualche chiave.  Per esempio: Ginko, in qualche momento della sua vita, seguendo degli amici di scuola poco raccomandabili, potrebbe aver avuto la tentazione - solo la tentazione! - di stare dall'altra parte? Francamente, anche questa ipotesi mi lascia fredda: ho letto di recente la trilogia marsigliese di Jean Claude Izzo (Casino totale, Chourmo, Solea). Il protagonista e' un investigatore che da ragazzo si era dato alle rapine in compagnia di due amici, ma che ad un certo punto aveva deciso di mollare tutto, anche gli amici, scegliendo la solitudine ma anche i rimorsi verso coloro che non avevano cambiato rotta ed avevano finito col morire ammazzati. Ginko non assomiglia affatto al protagonista di quei romanzi: non e' un nichilista che aspira all'annullamento di se' e annega nell'alcol il rimpianto per gli amici e gli amori perduti - in tutti i sensi. Ginko sa essere amico (non solo di Gustavo Garian), sa aprirsi e parlare alla sua donna, non ha rimorsi da affrontare; in una parola, il suo isolamento non e' totale.
Un esempio di altro genere, sono le motivazioni dell'investigatore russo Arcady Renko, protagonista di quattro romanzi di Martin Cruz Smith: figlio di un generale dell'Armata Rossa noto per la sua ferocia (conserva in casa una collana fatta di orecchie tagliate ai cadaveri nemici) e di una cattolica morta suicida. Qui troviamo un protagonista che sa aprirsi alla sua donna e sa farsi nuovi amici (perfino il colonnello KGB che era stato incaricato di piantargli una pallottola nella nuca), e tuttavia e' solo nei confronti dell'apparato. Al di la' della improbabilita' che un tipo con un passato del genere arrivi ad essere un investigatore del livello di Ginko (o di Arkady Renko: certe cadute a Martin Cruz Smith non le ho mai perdonate), la morale di Renko e' di matrice comunista (lo si vede chiaramente quando passa negli USA, alla ricerca dell'assassino dei tre ragazzi di Gorky Park) ed io eviterei di dare a Ginko una educazione politica... Non fosse altro che per evitare di dare a questa ML altre occasioni per litigare.
Gli esempi da fare possono essere moltissimi... Pero' mi lasciano insoddisfatta.
^___^

> Perché no. Tutto può essere.

Appunto. :o))

[Brr... Se penso che stamattina proprio non avevo proprio tempo da perdere...]


Messaggio di: Rob

Commento solo un punto dell'ultima lettera di Elena:

> Ginko non e' un personaggio comune, anche se gli investigatori abbondano nella letteratura e nei fumetti. C'e' un istinto di cacciatore...

Infatti in molto occasioni è evidente che Ginko non solo è il perfetto contraltare di Diabolik, ma per molti versi gli somiglia tantissimo, anno lo stesso tipo di intelligenza, di astuzia, e provano lo stesso piacere nell'affrontare le sfide. Sembra quasi che uno non potrebbe esistere senza l'altro. Però non mi piace pensare che Ginko sia diventato così per  adattarsi a Diabolik, ma preferisco credere che il "fato" abbia creato contemporaneamente due uomini simili, dalle carettestiche eccezionali, ma posti su barricate opposte e destinati a sfidarsi e ad affrontarsi per sempre, che Ginko sia quello che è perché era destinato ad essere la nemesi di Diabolik, e viceversa.


Messaggio di: Mario Gomboli

A Elena e Roberto.
Io sì che sono a caccia di strade per il soggetto Ginkoso! A un certo punto chiederò un riassunto organico delle proposte e poi...


Messaggio di: Rob

Per la disperazione di Mario (che sta cercando di ricavare qualcosa da una serie di teorie sconnesse) e di Elena (che non ha assolutamente tempo per scrivere nulla ma si ritrova a dover redigere chilometriche lettere per confutare le mie teorie) passo ad una versione completamente del passato di Ginko.

Ho deciso di cercare una spiegazione accettabile al fatto che Ginko venga chiamato così sia dai colleghi e sottoposti (che dovrebbero chiamarlo per cognome) che dagli amici (che dovrebbero utilizzare il nome di battesimo) e dopo aver scartato l'idea che il suo nome di battessimo possa essere talmente brutto o ridicolo che Ginko stesso non vuole che venga utilizzato (poco convincente perché gli amici lo chiamerebbero semmai con un soprannome o un'abbreviazione del nome), e tralasciato anche l'orribile Ginko Ginko di cui si era già parlato in passato, sono finito su strade molto lontane dalla mia teoria precedente.

E se... Ginko fosse nato a Clerville (e quindi cittadino di Clerville a tutti gli effetti), ma figlio di genitori profughi giunti qualche anno prima della sua nascita da una nazione dell'Europa centrale (che chiameremo xy per comodità) sconvolta dalla guerra. I genitori di Ginko sono arrivati poveri, ma hanno fatto fortuna in un qualche tipo di attività e nel corso degli anni sono diventati, non ricchi, ma comunque benestanti e si sono trasferiti in un quartiere della città di livello medio-alto. In quel quartiere però il giovane Ginko e i suoi genitori si ritrovano emarginati per questioni razziali ("Quelli provenienti da xy sono tutti dei ladri! Non vogliamo gente del genere nel nostro quartiere!", e cose del genere).
Ad un certo punto il padre di Ginko abbandona la famiglia per fuggire con un'amante. Ginko cresce quindi solitario perché rifiutato dagli altri ragazzi del quartiere e sviluppa una morale ferrea derivata dal desiderio di dimostrare che lui non è un ladro e non tutti gli xy-niani sono dei criminali, ma anche perché condanna sua padre per quello che ha fatto e vuole essere un uomo migliore di lui. Ginko conosce poi casualmente il padre di Polè, che diventa per lui un sostituto della figura paterna e inizia a desiderare di diventare un poliziotto per imitare il suo "idolo".
Passa qualche anno e Ginko, cresciuto, decide di entrare all'accademia di polizia e a questo punto il padre di Polè gli consiglia di cambiare legalmente il proprio nome (in alcune nazioni, come gli Stati Uniti, è una procedura relativamente semplice), perché anche se lui è clervilliano (si dirà così?) a tutti gli effetti, all'interno dell'accademia serpeggia una certa dose di razzismo e sicuramente il suo nome chiaramente straniero lo renderebbe un bersaglio di scherzi anche feroci. Ginko però è un tipo combattivo e vuole essere rispettato per quello che è, ed è deciso a non seguire il consiglio. Un incontro casuale con il padre, seguito da un inevitabile litigio lo spinge però a compiere il passo per ripudiare il cognome ereditato dal genitore e cancellarlo completamente dalla sua vita.
Quindi Ginko sarebbe il suo vero nome di battesimo, seguito da un cognome quasi impronunciabile pieno di consonanti. Lui elimina il cognome, mentre il nome Ginko decide di tenerlo, ma essendo troppo esotico come nome proprio lo passa come cognome, scegliendo un nuovo nome più clervilliano (e quindi italiano, come Stefano, Antonio... ma non ci interessa sapere quale). Quindi normalmente viene chiamato Ispettore Ginko perché quello è, dal punto di vista legale, il suo cognome, ma anche gli amici lo chiamano Ginko perché lui vuole essere chiamato così in quanto è il suo vero nome, mentre il nome legale è solo una scelta di comodo che non gli interessa utilizzare.

A differenza di quello che si potrebbe pensare, non che io ce l'abbia col padre di Ginko :-)) , è solo che mi serviva un motivo che mi sembrasse convincente per far compiere a Ginko la scelta del cambio di nome.

E ora, aspettiamo che Elena faccia a pezzi anche questa versione. :-))))))


Messaggio di: Elena

> Per la disperazione di Mario e di Elena...

Casomai sei tu a dover essere disperato: paghi il fio per aver stuzzicato la mia grafomania, con la pena di essere obbligato a leggere le mie chilometriche e-mail! ;oPP

> E se... Ginko fosse nato a Clerville (e quindi cittadino di Clerville a tutti gli effetti), ma figlio di genitori profughi...

E' piu' o meno la mia ipotesi: Ginko isolato anche moralmente perche' non appartiene a Clerville dal punto di vista etnico.

Tuttavia, mi sembra inutilmente complicato il sistema che tu hai indicato (Ginko nome di battesimo usato al posto del cognome; cognome abbandonato in odio al padre). Se invece poniamo che sia il nome di battesimo ad essere di matrice straniera e di difficile pronuncia, Ginko potrebbe essersi abituato fin da bambino ad essere chiamato con il solo cognome, al punto di non riconoscere quasi piu' il suo nome. In questo caso non ci sarebbe stato bisogno per Ginko di andare in Corte d'Appello per cambiare il cognome: sarebbe una scelta di pura comodita', che e' divenuta quasi obbligata.  Non ci sarebbe neppure bisogno di ipotizzare l'odio nei confronti del padre, che potrebbe essere stato poco presente nella vita del figlio semplicemente perche' troppo impegnato nel proprio lavoro.   

Invece trovo interessante la tua ipotesi di un isolamento dovuto a motivi etnico/razzistici.

> E ora, aspettiamo che Elena faccia a pezzi anche questa versione. :-))))))

CRAAASSSH!! ;oDD

Insisto sulla semplicita', anziche' abbracciare ipotesi piu' intriganti e drammatiche, perche' cerco di pensare alla storia in cui deve essere raccontata: la vita dell'ispettore Ginko, per quanto la si voglia infarcire di traumi e di choc vari, non puo' competere con la drammaticita' ed il mistero della vita di Diabolik. Questo puo' vantare un naufragio misterioso, una esistenza priva di nome e al di fuori di ogni schema, convivenza con torbidi criminali, un omicidio rituale nella persona del Capo, mentre Ginko *deve* aver avuto dei regolari genitori, *deve* avere un certificato di nascita, *deve* aver frequentato scuole ed universita', perche' altrimenti il personaggio non potrebbe essere credibile nel suo ruolo. Se facciamo un racconto di vita troppo lungo e complicato - invece di fare emergere il passato di Ginko in maniera quasi incidentale, con pochi tratti - il rischio IMVHO e' quello di rubare spazio alla trama di contorno senza aggiungervi peso.


Messaggio di: Rob

>Casomai sei tu a dover essere disperato: paghi il fio per aver stuzzicato la mia grafomania...

Scherzi? Leggere le tue lettere è sempre un piacere.

>Tuttavia, mi sembra inutilmente complicato il sistema...

A me piacciono le soluzioni complicate, e molto drammatiche, quindi preferisco la mia ipotesi.

>Insisto sulla semplicita', anziche' abbracciare ipotesi piu' intriganti e drammatiche, perche' cerco di pensare alla storia in cui deve essere raccontata...

In linea di massima mi sembra che l'ultima ipotesi che ho inviato sia riassumibile in un numero di pagine non molto elevato. Inoltre al giorno d'oggi se Mario decidesse di narrare il passato di Ginko lo farebbe sicuramente in un albo in stile Grande Diabolik e quindi con un numero di pagine molto superiore agli albi della serie regolare, quindi mi sembra che non ci sia il rischio che temi.


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