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La Donna del Mistero
di Oscar Boldrin

 

  Clerville.
  Diabolik e Eva prendono il sole sul terrazzo di uno dei loro rifugi inaccessibili, una villa stupenda a picco sul mare.
  Eva splendida nei suoi bikini, che fanno risaltare il suo bellissimo corpo, per chi potesse ammirarla, mentre Dk, che sembra più interessato alla lettura dei giornali che a lei, sembra rimanere quasi indifferente, ma sappiamo benissimo quanto invece la ami, per cui si dedica con attenzione a quella lettura, quotidiana, che fa di lui un uomo preciso e attento a tutto ciò che potrebbe stuzzicare il suo ingegno.
  - Cosa leggi di interessante , caro? - domanda Eva, - c'è un articolo che mi riguarda un po' indirettamente, un furto compiuto ieri, con un grosso bottino, e il giornalista paragona l'audacia del rapinatore a me, anzi crede che sia io! - rispose Dk
  - E' sempre facile dare la colpa a te, così poi non si cerca più la refurtiva. -
  - Già, è sempre così! -. - Ma tu pensa - rispose, - che quando mi chiamano in causa così, io mi interesso alla questione, soprattutto se il bottino è consistente. -
  - Ti conosco - è la risposta di Eva.
  E' chiaro che i giornalisti paragonano i furti più audaci o inverosimili a Diabolik, ma qui, l'interesse di Diabolik era rivolto a chi era stato derubato. Si trattava infatti di un Ministro a cui era stata svaligiata la cassaforte, senza scasso e senza che qualcuno sentisse nulla; anzi gli occupanti della villa si erano svegliati con una forte emicrania, che dava l'idea che tutti quanti fossero stati addormentati con il gas narcotico. Tra soldi e oro il bottino si aggirava sui 3 miliardi, e un colpo del genere avrebbe sicuramente interessato Diabolik. Anche Ginko indagava, ma sembrava avere diversi dubbi, e non era convinto che fosse stato Diabolik, come asserivano i giornalisti, lui lo conosceva bene, e c'erano delle cose che voleva appurare, prima di dire se effettivamente era stato proprio lui.
  Nel frattempo Diabolik, decide di mettersi in caccia, per arrivare al bottino.
  Di buon mattino, travestito da poliziotto, messa una maschera qualunque, si presentò al distretto di polizia, e mischiato agli altri "colleghi", cominciò a chiedere chi si interessasse del furto avvenuto nella villa del ministro. Riuscito ad ottenere l'incartamento, egli lo lesse con attenzione, e sembrava che potessero esserci diverse piste. Chiaramente era un dossier incompleto, era fatto con i primi interrogatori, ed era solamente il primo verbale dopo il furto. Comunque dalle prime indagini, risultava che il ministro avesse una discreta somma nella cassaforte ,forse superiore a quella detta dai giornalisti, non era infatti ancora quantificato il danno. Inoltre se il ministro era stato interrogato velocemente, per impegni personali, la servitù aveva avuto un interrogatorio più approfondito, ma che non dava risultati, in poche parole non avevano sentito nulla e si erano svegliati con un grosso mal di testa. Il ministro era un collezionista d'arte ed antiquariato e sembrava che in casa ci fossero opere di valore, ma che non sono state toccate. Vi era anche argenteria, e soprammobili anche loro di un certo valore. Ciò poteva sembrare in un primo momento perlomeno strano, poteva essere un ladro interessato solo ai soldi, e non all'argenteria o ai quadri esposti nei vari saloni della casa. La cassaforte non presentava segni di scasso e non si capiva come aveva fatto a scoprirla , visto che la medesima si apriva con un comando a distanza, e con una combinazione di almeno 5 cifre, oltretutto era nascosta bene, era posta sotto il basamento di una statua, e per aprirla , bisognava prima disinnescare un allarme, posto più lontano, rispetto alla cassaforte, per cui bisognava essere al corrente di tanti particolari. Troppe domande, a cui dare una risposta!
  Rientrato a casa, decide di mettere Eva al corrente di quello che aveva fatto, ma lei non sembrava molto interessata: era estate, voleva godersi il sole e le belle giornate, non "lavorare" per un pallino del suo uomo: - Stop! Non voglio sapere nulla - disse - se vuoi fare qualcosa fallo, ma non chiamarmi in causa! -
  - Ma Eva, - chiese un po' stupito - possibile che non vuoi... -
  - No - interruppe Eva - NON VOGLIO! - alzando la voce per rendersi più autoritaria - Ti ho detto fai quello che vuoi , anzi - alzandosi di scatto e prendendo la sua gonna e una camicetta, che era sul divano - io me ne vado, così agisci meglio, senza di me! -
  E così dicendo si allontanò a lunghi passi verso la scala che portava nei box sotterranei della loro villetta.
  - Ma Eva... - disse una voce quasi rassegnata, che ormai aveva capito tutto. Ma ormai era già sparita, e poco dopo il rombo di un motore, che ormai stava allontanandosi, lasciò un uomo sconsolato, nel silenzio della casa.
  - Le passerà - fu l'ultimo pensiero - appena finita questa faccenda, giuro che una vacanza bellissima le farà ritornare il migliore dei sorrisi. -
  Il giorno seguente un'anonima vettura è parcheggiata nei pressi della villa del ministro e con il microfono direzionale un attento Diabolik, con una maschera qualunque, segue gli avvenimenti.
  Non cogliendo nulla di particolare, decise di seguire il ministro, e durante il suo giro di lavoro, accompagnato da una guardia del corpo, nota che esso si ferma presso uno studio d'arte.
  Rimesso in funzione il microfono direzionale, si accorge che il dialogo è piuttosto interessante. Il proprietario del negozio è una donna, e ciò che viene detto è molto interessante: si capisce perfettamente che questa è l'amante dell'uomo. Già dalle prime battute, si deduce la tenerezza del loro rapporto.
  Difatti, raccontandole l'avvenimento, l'uomo non tralascia particolari preziosi, non sospettando, logicamente di essere ascoltato. La donna dal suo canto, resta stupefatta... ...almeno in apparenza!
  Appena l'uomo esce, infatti, si precipita al telefono, e Diabolik poco dopo sente qualcosa di molto interessante. La telefonata è diretta ad un altro uomo, che sembra essere anch'egli amico della donna, anzi probabilmente è molto amico, visto ciò che sta sentendo Diabolik, dal microfono.
  - Sai, il nostro ministro è stato qui, e mi ha raccontato tutto quello che e successo ieri... come se noi non lo sapessimo, vero? - dice la donna, ridendo poco dopo.
  - Già proprio così, io e te non sappiamo nulla... - era la risposta dall'altro - hai novità, ti ha detto altro? - chiese.
  - No, solo che la polizia indaga, ma che per ora non sanno che pesci prendere - rispose
  - Ok, se hai novità ,chiamami pure, ciao Katy -
  - Ciao caro -
  Questo dialogo, toglieva ogni dubbio a Diabolik, e dava tutte le risposte alle sue domande, ed ora toccava a lui.
  Il quadro della situazione appariva già più chiaro, si capiva anche dalle parole della donna che non era la prima volta; lei, avendo un negozio frequentato da gente ricca, riusciva ad avere delle informazioni sulle persone che le capitavano a tiro, imbastendo una vera tela del ragno, abilmente tessuta, per derubare queste persone. E tanto meglio se riusciva a diventare l'amante dell'uomo che le capitava di incontrare. Era sempre lei, che con la sua straordinaria bellezza, e con i suoi modi, entrava nel "cuore"(possiamo dire in tutti e due i sensi!) della persona che voleva, ed in seguito, spianava la strada al suo misterioso complice.
  Era lei, questa volta però, che la sera prima, conoscendo le abitudini del suo amante, si era introdotta in casa, derubandolo. Questa volta aveva voluto provare un brivido maggiore, ma questo come vedremo è dovuto a lei, al suo modo di condurre la vita; era una donna che ne aveva passate tante, e ora voleva fare a modo suo, voleva provare cose nuove, anche se erano fuori dai canoni della gente benpensante. Si sentiva libera in tutti i sensi.
  Ma perché? Se era, come pensava, una donna che aveva un'attività ben avviata, era affermata, qual è la molla che l'ha spinta ad agire così? Erano le domande che si poneva Diabolik, al rientro nel suo rifugio, ma forse, non voleva rispondere, la sua testa, pensava a come prendersi il bottino.
Il mattino seguente, un uomo, alto, slanciato, atletico, ben vestito, sulla quarantina, fa il suo ingresso nella galleria d'arte.
  - Buongiorno - dice la donna ,alta ,snella, nel suo bellissimo tailleur, color rosso scuro, che risalta splendidamente le sue affusolate gambe. E' una persona curata, colei che gli si fa incontro bionda, con una cascata di boccoli, dall'età apparente di circa 40 anni e un viso dolce e dai tratti morbidi con dei lineamenti fini.
  - Buongiorno - le risponde l'uomo, che non nasconde un movimento della testa, che fa capire di gradire la visione.
  - Desidera? -
  - Vorrei vedere qualche quadro, particolare, con dei paesaggi -
  - Venga di là, le mostro ciò che ho in questo momento, sperando di soddisfare il suo gusto!
  E così, mentre il discorso scivola sui tipi di quadri, Diabolik, cerca di parlare anche di se, dandole a credere di essere un rappresentante, di avere una bella villetta fuori città, e di vivere abbastanza bene, grazie ad una grossa eredità, per cui vorrebbe investire parte del denaro in quadri.
  Dopo vari discorsi sui quadri, e vedendo che la donna, Katy, si dimostrava interessata, decise di partire in quarta, invitandola la sera stessa ad uscire con lui.
  La donna non rifiuta l'invito, ma anzi rincalza: - Beh, lei parte deciso, e io propongo di fare una bella cenetta a casa mia, so cucinare molto bene, e potrebbe avere l'occasione di ammirare la mia personale collezione di quadri - disse la donna, pregustando già un "si", e avendo poi la possibilità di "addolcirlo" sotto il proprio tetto.
  - Vedo che anche lei non perde tempo, - rispose prontamente Diabolik - probabilmente non esiste un ristorante dove si mangi meglio - concluse galantemente.
  - Va bene, allora per stasera alle 9, questo è il mio indirizzo - disse porgendogli un biglietto da visita.
  Uscendo dal negozio, Diabolik fece un largo sorriso; il "pesciolino" aveva abboccato!
  Ginko ,frattanto continua ad indagare, ci sono troppe cose non chiare, per cui decide di interrogare
personalmente le persone che dimorano nella villa, anche il ministro. Chiaro che l'ispettore deve agire con i piedi di piombo; si tratta di una persona importante, e bisogna fare delle domande che non gli creino poi problemi in seguito.
  Dal suo canto il ministro dice quel che vuole, ma non parlerà mai della sua vita privata e della bella gallerista, per non mettere in mezzo la donna, e poi perché non vuole che, in qualsiasi caso, si scopra la sua tresca con lei, che gli rovinerebbe la reputazione. Questo normale interrogatorio, serve all'ispettore per le sue indagini: egli infatti pensa che sia stato qualcuno di loro conoscenza, e non Diabolik, come asseriscono i giornali, non è infatti convinto che sia il suo più grande nemico, ad averlo commesso.
  Terminato l'interrogatorio, egli decide di passare alla moglie, e al personale di servizio. Ed è solo interrogando il suo autista e guardia del corpo, che viene fuori un particolare importante e che apre degli spiragli per l'indagine, secondo Ginko.
  Egli infatti afferma di portare il ministro, spesso e volentieri a fare delle visite, in una galleria d'arte, e oltre a essere qualcosa di frequente, lui pensava che c'era qualcos'altro, oltre alla visita. L'impressione dell'uomo, era quella che il ministro avesse un amante, anche perché riceveva svariate telefonate in auto, sul cellulare e sentiva quasi sempre il nome di una certa Katy, che era appunto la gallerista. Essendo anche "KATY" il nome del negozio aveva fatto uno più uno. Inoltre si era anche accorto che più volte l'uomo usciva senza di lui.
  - Da cosa si è accorto che il ministro usciva da solo? -
  - Dal fatto che un giorno, dovendo cambiare l'olio della macchina mi ero segnato il chilometraggio, ma il giorno dopo mi ero accorto che non era più lo stesso! Eppure non potevo essermi sbagliato, perché lo avevo scritto, in seguito controllai altre volte, casualmente i chilometri fatti ma mi accorgevo che spesso erano diversi dal giorno prima .Per carità ognuno può fare ciò che vuole, soprattutto il padrone di casa, però lui non esce mai senza di me, anche perché ha paura, e se lo ha fatto aveva qualcosa da nascondere! -
  - Ma chiunque poteva prendere l'auto, non solo lui - asserì Ginko.
  - No - rispose l'uomo, quell'auto, che controllo solo io, ha due sole chiavi una c'è l'ho io e una lui, e la tiene sempre con se, inoltre la mogli esce di rado e lo fa con lui, mai da sola, ispettore -
  Ginko meditava sulle parole della guardia del ministro, e capì che forse c'era una pista da verificare. Non disse più niente, congedò l'uomo, che si allontanò.
  Ginko, se ne andò, lasciando il suo sergente per il controllo degli altri interrogatori, chiedendo di essere informato se vi era qualcosa di particolare, lui nel frattempo, avrebbe seguito la pista della donna, e salito in auto, chiamò la centrale per avere informazioni sul negozio, e sulla donna.
  La sera stessa l'ispettore decide di andare a casa della gallerista, per porle alcune domande. Vuole battere il ferro finché è caldo. Arrivato sotto il portone della donna, egli suona il citofono "Raymond". Dichiaratosi, e apertosi il portone qualche minuto dopo egli suona alla porta. Apertasi, a Ginko, appare la donna vestita con un lungo abito nero, che risalta il suo décolleté, rendendola ancora più sexy.
  - Buonasera, ispettore -
  - Buonasera - rispose Ginko, ammirandola. - vedo che è in procinto di uscire - osservò.
  - No, sta sbagliando, sto aspettando una visita invece. Voleva qualcosa? -
  - Una visita importante? - volle fare osservare un po' ironicamente l'ispettore.
  - Non capisco, allude qualcosa ? - chiese la donna.
  - Posso solo entrare un attimo? -
  - Certamente, ma che sia un attimo! - Ginko entrando ammirò la stupenda casa, con un bel salone, che si apriva su tutto lo spazio dell'attico, con un arredamento molto fine, e di squisito gusto, ma d'altra parte non si poteva aspettarsi di meglio da una donna così raffinata. Più che interrogare la donna, l'idea dell'ispettore era quella di piazzare dei microfoni nella casa, perché considerava valida l'idea della guardia del corpo del ministro, e pensava agendo così di ascoltare dialoghi interessanti. Sulla base che loro due fossero amanti, Ginko aveva già fatto tante ipotesi, nondimeno quella che fosse stata lei a derubarlo, ma per capire qualcosa, se lui piazzava dei microfoni... si poteva sapere informazioni, che lui non avrebbe mai saputo.
  Ormai entrato, fece finta di osservare i magnifici quadri appesi, cercando senza dare nell'occhio di piazzare i microfoni calamitati.
  - Sono molto belli questi quadri - osservò, con un 'aria fintamente interessata.
  - Ispettore - fu la voce autoritaria della donna - non sarà venuto per osservare i miei quadri???? -
  - No, mi scusi, volevo dirle che ho saputo che lei ha fra i suoi clienti il ministro William, che come forse avrà sentito, è stato derubato 2 giorni fa.-
  - Si, è vero, è un mio ottimo cliente, non posso negarlo, ma scusi non capisco cosa c'entri - rispose interrogativamente la donna.
  - Cosa c'entri, lo lasci vedere a me, io sto conducendo una indagine, e mi sto informando sulle persone che il ministro frequenta e conosce, più o meno attivamente -
  - Sta per caso insinuando qualcosa? - chiese la donna, sospettosa.
  - Non sto insinuando nulla, ripeto, lei frequentando l'uomo, potrebbe conoscere qualcosa, e io intendo sapere questo - fu la risposta di Ginko.
  - Guardi - disse la donna, mantenendo una certa calma - io lo conosco come cliente, non come sua moglie o come amante! Per cui potrei dirle che con me acquista quadri di un certo pregio, e paga sempre regolarmente, se è questo che vuole sapere! -
  - Questo è già interessante, così come può esserlo il fatto che lei non è la sua amante! - disse Ginko, stuzzicandola ancora.
  - Allora lei pensa che stasera sia lui l'invitato, ma si sbaglia, e poi sono fatti miei, e questo mi fa capire che lei stia facendo pensieri un po' pericolosi. - Ma se il discorso stava divagando, il suono provvidenziale del campanello li interruppe.
  - Adesso vedrà il MINISTRO!!!!! - disse arrabbiatissima. E aprendo la porta, Diabolik trasalì nel vedere l'ispettore! Ma lo stesso stupore fu di Ginko, che ovviamente non poteva conoscere l'uomo sulla soglia.
  - Adesso è contento! Ecco il mio MINISTRO! - detto questo l'uomo entrò, presentandosi, ma se Ginko sapeva a chi stava stringendo la mano...
  - Mi scuso signora, per l'incidente, la saluto, e buona serata a tutti e due - Arrivederci, ispettore -
  Ma anche se Ginko aveva fatto una figuraccia, lo scopo era raggiunto, i microfoni erano posizionati.
  La serata scorreva tranquilla , discorrendo tranquillamente su vari argomenti, e portando a termine una ottima cena, consumata sullo splendido e ampio terrazzo della casa. La serata era calda, e inevitabilmente i discorsi furono sempre più espliciti, da parte della donna che voleva conquistare l'uomo. Per Diabolik giunse il momento di intervenire: quasi per incanto, apparve nella sua mano un lanciaghi, e lanciatone uno, mise a dormire l'incredula donna.
  L'attimo successivo, una iniezione di penthotal, mise la donna in grado di dirgli ciò che voleva sapere: il nascondiglio del bottino, e il sistema di neutralizzare l'eventuale allarme. Ma all'ascolto nel suo ufficio, vi era un agente della squadra di Ginko, che messo in sospetto da ciò che udiva, avvisò immediatamente l'ispettore, che era già tornato a casa. Diabolik intanto, finito di interrogare la donna, si mise a cercare il quadro, ove vi era nascosta la cassaforte, forse un nascondiglio banale per la donna. Apertola con la giusta combinazione, suggerita dalla donna, egli trovò il ricco bottino, ma anche tanti gioielli, e denaro in più. Presa una grossa borsa, riempì tutto, e scappò. Nel frattempo, Ginko con una volante si dirigeva a casa della donna, e quasi nei pressi, vide un uomo scappare, e salire su una Jaguar nera. Per lui fu un tutt'uno, capire che era Diabolik, e che quei dialoghi che sembravano strani all'agente, erano le parole dette dalla donna per rivelare il nascondiglio della refurtiva.
  - Ma quello è Diabolik, - urlò l'ispettore all'agente che guidava - inseguilo e innesta la sirena! -
  Poi subito dopo diede l'allarme a tutte le pattuglie disponibili, dicendogli di convergere sulla strada dei laghi, e che lui stava inseguendo Diabolik. La corsa era folle, lo stridio delle gomme, dovuto ai repentini cambi di direzione, accompagnava l'inseguimento. Eppure Ginko aveva visto giusto, Diabolik stava prendendo la via che portava verso i laghi che si trovavano nei pressi della città. - inviate anche una pattuglia a casa della signora Ketty Raymond, e tenetela sotto occhio, avrà tante cose da dirci, in seguito - ordinò perentoriamente alla radio. Frattanto l'inseguimento continuava, ma la strada diventava più stretta e si arrampicava verso l'alto. - Dove siete? Fatemi sapere la vostra posizione - Chiese l'ispettore.
  - Siamo in cima alla strada provinciale, che sbocca alla fine della strada dei laghi - fu la risposta dall'altro capo. - Magnifico! Fra meno di un quarto d'ora lo vedrete, mi raccomando! -
  - Certamente, le auto sono già di traverso per la strada, non può passare -
  Ma ecco che Diabolik rallenta e gli inseguitori vedono qualcosa che ha dell'incredibile: con un radiocomando, Diabolik fa scorrere lateralmente il guardrail, e vi si getta giù. - Ma cosa fa si butta in acqua? - si interrogò l'agente. Nel frattempo, la Jaguar scendeva lentamente, verso il lago sottostante
con le gomme, che erano frenate da due grossi cunei, articolati su una cremagliera, mentre dalla parte posteriore della vettura spuntava una grossa elica, azionata da un radiocomando. Ginko intanto insieme ai suoi uomini era giunto sul ciglio della strada e osservando la scena, diede comunque ordine di fare fuoco. Tutto inutile, i proiettili rimbalzavano sulla carrozzeria blindata, e intanto Diabolik era arrivato in acqua, e azionando l'elica si dirigeva tranquillamente verso il centro del lago. - Avvisate l'elicottero, circondate il lago dall'altra parte - urlò un furiosissimo Ginko. - Ma ispettore, finché l'elicottero si alza, e controlliamo il lago, lui si è già messo in salvo! Inoltre ci sono moltissime villette su ambo i lati... - sentenziò lo sconsolato poliziotto - sarà impossibile verificare in quale è andato a nascondersi. - Ginko rimase soprappensiero a quelle parole, ma non voleva arrendersi all'evidenza di ciò che vedeva: ancora una volta il suo nemico stava fuggendo, ancora una volta guardava il retro di quella Jaguar, che ormai conosceva a memoria, vedeva sfuggirli di mano il suo nemico, quando sembrava che fosse in trappola! Non restò che ritornare in città, mentre una some scura si allontanava indisturbata sul lago, illuminato da una luna splendente.
  La donna si era ripresa dal torpore , e vide che accanto a se, vi erano dei poliziotti. - Cosa fate qui? cosa è successo? - chiese con una vocina la donna. - Signora, noi non sappiamo nulla, ci hanno detto di venire qui, su ordine dell'ispettore Ginko; sarà lui a spiegarle tutto. - fu la fredda risposta dell'agente.
  Di lì a poco anche Ginko arrivò: - Buonasera, signora Raymond. Ci stiamo vedendo un po' troppo frequentemente io e lei! - introdusse Ginko
  - Posso sapere cos'è questa intrusione? Dov'è la persona che era con me? Cos'è successo? - era la raffica di domande che ronzavano nella sua testa.
  - Signora, lei è nei guai, tanto per cominciare l'arresto per il furto avvenuto nella villa del Ministro, ma può darsi che venga fuori ancora qualcos'altro! -
  Ma lei è matto, questa è una vera ossessione, adesso si che mi rivolgerò… - Ma la frase gli si spezzò in gola, Ginko fermò subitamente quello che voleva dire, alzando la sua voce - Lei farà meglio a cercarsi un buon avvocato! Da qui noi abbiamo sentito tutto quello che diceva, ed è anche registrato; lei non si è neppure accorta che l'uomo che aveva invitato era Diabolik! - disse Ginko con un tono che non ammetteva repliche, e continuò a parlare, osservando lo stupore della donna, che ormai si sentiva in trappola - Lui sapeva di quello che aveva compiuto, l'ha messa in trappola e lei c'è cascata come una pera matura: Diabolik deve averla addormentata con il suo lancia aghi, e poi fatta parlare con una iniezione di Penthotal, se vuole guardi il braccio, e lei ha confessato tutto, perfino il nascondiglio della refurtiva, e lui l'ha derubata, noi eravamo all'ascolto e abbiamo sentito tutto, ma non abbiamo fatto in tempo e ci è sfuggito! - concluse Ginko.
  All'incredula donna a quelle parole, non rimase altro che ammettere il fatto, e aggiunse: - Sono allibita da quello che mi ha detto, e siccome prima o poi scoprirà la verità, le dico che quello non è l'unico colpo che ho compiuto, e inoltre sono aiutate da un complice, di cui le farò il nome -
  - Perché? - chiese Ginko - perché agiva così, non mi sembra che abbia bisogno di rubare per vivere-
  - Perché volevo essere un po' Diabolik, vivere una vita un po' al di fuori degli schemi, provare questi brividi che solo il furto, il rischio riusciva a darmi. Nella vita è vero ho avuto tutto, uomini, soldi, non mi mancava nulla, ma... il gusto, l'ebbrezza che mi dava a conquistare uomini, e a derubarli, senza che loro si accorgessero di nulla, e poi il furto, espugnare casseforti, che sembravano imprendibili... era come essere un Diabolik, anzi sono contenta di aver conquistato anche lui. -
  - Signora qui si sbaglia: semmai è stato Diabolik a giocare con lei, come lei faceva con le sue "vittime" - E su questa frase cala il silenzio sull'enorme appartamento, Ginko solleva la testa per osservare l'enorme quadro, che si apriva di lato, che nascondeva la cassaforte ormai svuotata. - Accompagnatela in Centrale, fatele firmare il verbale, e mettetela al sicuro - furono le ultime parole di Ginko.
  L'indomani mattina, il sole filtra dalle tapparelle della villetta dove dorme Eva, ma lei abituata a dormire con gli occhi coperti, non può notare questo sole, che prepotentemente filtra tra le lamine. Ma un ombra si avvicina a quel meraviglioso corpo, ancora addormentato, e dolcemente preme le sue labbra sulle guance della donna. Ella sussulta di scatto e si toglie la mascherina, in un attimo i suoi bellissimi occhi si abituano alla luce, e al suo fianco vede… Diabolik.
  - Mi hai spaventata! ma come hai fatto…
  - SHHH! basta così, allora come farei ad essere il miglior ladro del mondo? - domandò lui.
  - Guarda cosa ti ho portato - E sul grande letto, vi era un bellissimo mazzo di rose rosse, con un bel vassoio dove vi era una croccante cornetto, accompagnato da una tazza di caffè bollente, e un biglietto - Spero che tu possa perdonare l'uomo che non può vivere senza di te! -
  Lo lesse, lo abbracciò e si baciarono a lungo, ormai niente aveva più importanza per lei, l'aveva perdonato, e vederlo lì al suo fianco, era la cosa più bella che poteva desiderare.


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